Dopo un ciclo di trattamenti contro la cellulite, l’aspetto della pelle migliora notevolmente. La circonferenza delle cosce risulta diminuita, i tessuti sono più levigati e i volumi delle zone critiche (glutei, addome, fianchi e gambe in generale) appaiono ridotti. I risultati dipendono dalla gravità dell’inestetismo, così come il numero di sedute necessarie per ottenere miglioramenti apprezzabili. È il medico a stabilire tempi e durata, analizzando la situazione caso per caso. Un buon piano terapeutico, oltre ad essere mirato alla remise en forme, prevede anche la misurazione dei cambiamenti ottenuti seduta dopo seduta.

I risultati

Ma orientativamente quanto tempo occorre per combattere la cellulite? Già dopo 2-3 settimane di trattamenti ad hoc la pelle mostra meno grumi, depressioni e protuberanze, insomma i segni tipici della fatidica “buccia d’arancia“. La differenza è che le tecnologie di uso strettamente medico sono più avanzate ed efficaci nel levigare i tessuti in modo duraturo.

Tenere sotto controllo i fattori predisponenti della cellulite

Una precisazione è d’obbligo: più che parlare di “sconfitta” e “vittoria” – come se la cellulite fosse un campo di guerra – il termine più appropriato è miglioramento. Il motivo? Poiché la cellulite ha spesso un’origine genetica non scompare mai del tutto in senso assoluto. Se una persona è predisposta per costituzione al rallentamento della circolazione sanguigna con conseguente ristagno di liquidi linfatici, deve stare attenta a controllare questi fattori predisponenti. In mancanza di un corretto stile di vita, la cellulite tende a riformarsi. Dopo quanto tempo? Fortunatamente, non in modo così immediato. Ecco perché è molto importante curare il mantenimento dei risultati, ed eventualmente ripetere il ciclo di trattamenti a cadenza annuale, sempre dietro consiglio del medico.

Cosa fare per mantenere i risultati post-cellulite?

Le regole principali sono alimentazione sana, regolare attività fisica e uso di abbigliamento adeguato. Senza però incorrere in inutili ossessioni. Per mantenere i tessuti levigati e compatti, può essere utile ricorrere a qualche massaggio linfodrenante, a patto sia eseguito da professionisti abilitati.

Attività fisica aerobica ma non troppo stancante

La circolazione sanguigna e linfatica ricevono un grande impulso a riattivarsi tramite l’attività fisica. Contro la cellulite non è necessario svolgere sport pesanti che incidano sulle articolazioni. Per mantenere le gambe leggere, è sufficiente camminare a passo sostenuto, pedalare o praticare nordic walking (l’attività che, durante la camminata, coinvolge anche le braccia grazie all’uso di bastoni specifici). Le più allenate possono cimentarsi nella corsa leggera, possibilmente senza scatti di velocità, e sempre con scarpe adatte che agevolino la spinta. Ideali sono anche tutti gli sport in acqua, come nuoto, acquagym, hydobike e acqua fitness: l’acqua infatti svolge un’azione massaggiante, favorendo sia la circolazione sanguigna che quella linfatica.
Il suggerimento in più: scegliere un centro di attività sportive che preveda l’idromassaggio.

Alimentazione sana senza restrizioni caloriche

L’eccesso di sale, alcol e junk food contribuisce a trattenere i liquidi. Stesso discorso per i prodotti da forno realizzati con farine bianche e raffinate: sostituiscili con quelli a base di farine integrali. Essendo ricchi di fibre, migliorano la motilità intestinale, soprattutto se associati a frutta e verdura fresca. La conseguenza è una maggiore espulsione delle tossine. La frutta da preferire? Quella rossa, ricca di flavonoidi che rafforzano i capillari sanguigni (li trovi nei frutti di bosco, uva, melograno.

Igiene di vita corretta

L’alcol è un altro acerrimo nemico della ritenzione idrica: poiché ha un effetto vasodilatatore sui vasi sanguigni, provoca un rallentamento della circolazione e, se assunto in eccesso, può comportare stasi venosa.

Bandito anche il fumo, poiché aumenta in modo esponenziale la produzione di radicali liberi, i quali causano la degradazione precoce delle cellule della pelle. Inoltre, i radicali liberi possono portare ad un’infiammazione nei tessuti, favorendo alterazioni del pannicolo adiposo sottocutaneo e la conseguente comparsa di cellulite.

Anche l’abbigliamento può avere il suo ruolo

I pantaloni troppo stretti con tessuti non elasticizzati comportano un’eccessiva compressione sulle vene, ostacolando il flusso sanguigna al delle gambe. Ne risulta penalizzata anche l’azione drenante del sistema linfatico.

Persino le scarpe con tacco troppo alto possono concorrere a peggiorare la circolazione. Il motivo? I tacchi non permettono di contrarre la muscolatura delle gambe in modo corretto, condizione indispensabile del ritorno venoso. Di qui al ristagno dei liquidi il passo (è proprio il caso di dirlo) è breve!

Sfavorevoli alla circolazione sanguigna sono anche le scarpe rasoterra, poiché livellano la naturale curvatura della pianta del piede, peggiorando così la postura e l’appoggio del peso corporeo.

Non ci resta che indossare scarpe con tacco 4-5 cm, muoverci, fare un po’ di scale o scendere alla fermata prima dell’autobus. Magari portandoci dietro una borraccia (oggi tanto di moda). Due litri di acqua al giorno sono la base, no?